Decesso di una paziente di La Maddalena: la Assl di Olbia ricostruisce la verità dei fatti

OLBIA, 23 novembre 2020 – In merito al decesso di una donna di La Maddalena di 89 anni lo scorso 14 novembre, sul quale episodio sono stati pubblicati diversi articoli e l'interrogazione dell'onorevole Li Gioi, la Direzione della Assl Olbia per dovere di informazione precisa quanto segue.

La Direzione della Assl di Olbia, al fine di uniformare i percorsi interni nelle strutture sanitarie, nei Pronto Soccorso di La Maddalena, Olbia e Tempio Pausania ha realizzato delle aree di isolamento dedicate ai pazienti Covid positivi, dotate di ogni risorsa tecnologica atta a garantire la gestione dei malati da bassa fino a media intensità di cure, con finalità ultima di trasferire appena possibile i pazienti verso gli Ospedali identificati quali COVID positivi (struttura non presente all’interno della Assl di Olbia). Inoltre, nei tre presidi ospedalieri è prevista la presenza di un Anestesista/ Rianimatore nell’arco delle 24 ore, al fine di gestire qualsiasi emergenza o repentini peggioramenti dei pazienti in isolamento.

Nel caso specifico riportato dagli organi di informazione, nella giornata del 14 novembre a La Maddalena erano presenti due Anestesisti/ Rianimatori e, a differenza di quanto dichiarato, i due pazienti positivi al Covid non erano “parcheggiati” ma ricoverati al “Paolo Merlo” dove il personale in servizio ha avviato sin da subito il trattamento con terapia concordata con l’Istituto di Malattie Infettive della AOU di Sassari, con l’intento di ridurre quanto prima l’evoluzione della malattia verso forme più severe.

Con l’evoluzione del diffondersi dell’epidemia, la rete del Sistema sanitario e’ sicuramente sotto pressione, ma tutti gli operatori, mostrando grande professionalità e umanità, stanno dando del loro meglio pur di garantire l’assistenza a tutta la popolazione. Nel caso specifico, gli operatori sanitari hanno concordato il trasferimento dei due pazienti da La Maddalena a Olbia, non appena potenziata l’area grigia al “Giovanni Paolo II”, e quindi la struttura olbiese poteva prendere in carico i pazienti in tempo utile per esser trasferiti in una struttura ospedaliera Covid +, e non sicuramente per intercessione di alcuna Associazione.