Informazione per evitare l’allarmismo su casi di meningite

La meningite è un’infiammazione delle membrane (le meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale; la malattia è generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi.
La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni; il periodo di incubazione va dai 3 ai 6 giorni.
La forma batterica è più rara ma estremamente più seria e può avere conseguenze fatali: il periodo di incubazione va dai 2 ai 10 giorni.
È necessario precisare che la malattia è contagiosa solo durante la fase acuta dei sintomi.

Cause
I batteri che sono più frequente causa di meningite sono tre:
- Neisseria meningitidis (meningococco) è un ospite frequente delle prime vie respiratorie: dal 2 al 30% della popolazione sana ospita meningococchi nel naso e nella gola, senza però presentare alcun sintomo. La trasmissione del germe avviene per via respiratoria e il rischio di sviluppare la malattia sembra essere maggiore in persone che hanno acquisito l’infezione da poco, rispetto a chi invece è portatore da più tempo. Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo 5 (denominati A, B, C, W 135 e Y) causano meningite e altre malattie gravi. In Italia e in Europa i sierogruppi B e C sono i più frequenti. Nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso. I malati di meningite o altre forme gravi sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari (soggetti che si ammalano in seguito allo stretto contatto col primo soggetto a cui è stata diagnosticata la meningite). Il meningococco può tuttavia dare origine a focolai epidemici: per questo motivo per limitare il rischio di casi secondari è importante che i contatti stretti dei malati effettuino una profilassi con antibiotici.
- Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è, dopo il meningococco, uno degli agenti più comuni della meningite. Oltre alla meningite, può causare polmonite o infezioni delle prime vie respiratorie, come l’otite. Come il meningococco, si trasmette per via respiratoria e può trovarsi nelle prime vie respiratorie senza causare alcuna malattia. Esistono molti tipi diversi di pneumococco. Le meningiti da pneumococco si presentano in forma sporadica, e non è indicata la profilassi antibiotica di chi è stato in contatto con un caso.
- Haemophilus influenzae tipo b (emofilo o Hib) era fino alla fine degli anni Novanta la causa più comune di meningite nei bambini fino a 5 anni. Con l’introduzione della vaccinazione i casi di meningite causati da questo batterio si sono ridotti moltissimo. In caso di meningite da Hib, è indicata la profilassi antibiotica dei contatti stretti.

Per quanto riguarda la meningite virale, gli agenti più frequenti sono herpes virus ed enterovirus.
La meningite di origine fungina si manifesta invece soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria, come per esempio i malati di Aids, e può rappresentare comunque un pericolo per la vita.

Sintomi
I sintomi della meningite sono indipendenti dal germe che causa la malattia, i più tipici includono: irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale), febbre alta, mal di testa, vomito o nausea, alterazione del livello di coscienza, convulsioni.

Fattori di rischio e possibili complicazioni
Il contagio avviene da persona a persona con contatti stretti, in ambienti affollati. Il batterio non riesce a sopravvivere nell'ambiente, né in alimenti, bevande o su oggetti: per questo non sono efficaci disinfezioni ambientali e non esiste il rischio epidemico che oltrepassi il circuito dei contatti stretti dei casi.

Tra i fattori di rischio si considerano:
- età: le meningiti batteriche colpiscono soprattutto i bambini sotto i 5 anni e altre fasce di età che variano a seconda del germe. Infatti le forme da meningococco interessano, oltre i bambini piccoli, anche gli adolescenti e i giovani adulti, mentre le meningiti da pneumococco colpiscono soprattutto gli anziani.
- vita di comunità: le persone che vivono e dormono in ambienti comuni, come gli studenti nei dormitori universitari o le reclute, hanno un rischio più elevato di meningite da meningococco.
- fumo ed esposizione al fumo passivo.
- altre infezioni delle prime vie respiratorie.

La malattia può avere complicazioni anche gravi, con danni neurologici permanenti, come la perdita dell’udito, della vista, della capacità di comunicare o di apprendere, problemi comportamentali e danni cerebrali, fino alla paralisi. Tra le complicazioni di natura non neurologica possono esserci danni renali e alle ghiandole surrenali, con conseguenti squilibri ormonali.

Trattamento
Il trattamento della meningite batterica si basa soprattutto sulla terapia antibiotica. L’identificazione del batterio che causa la malattia è importante sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire se è necessaria la profilassi dei contatti.

Prevenzione e vaccinazione
In caso di meningite da meningococco e, in misura minore, da Haemophilus influenzae b, i contatti stretti del malato hanno un maggior rischio di ammalarsi rispetto alla popolazione generale.
Per quanto riguarda lo pneumococco, sono disponibili il vaccino coniugato eptavalente, raccomandato in alcuni Paesi per la vaccinazione di tutti i neonati, e il vaccino 23 valente polisaccaridico.

Sul fronte della lotta al meningococco, sono attualmente disponibili vaccini polisaccaridici contro i sierogruppi A, C, Y e W 135, che però forniscono una protezione di breve durata ai soli soggetti di età maggiore di 2 anni. Non esistono ancora vaccini per prevenire le meningiti da meningococco sierogruppo B ma ci sono vaccini “coniugati” contro il gruppo C, efficaci già nel primo anno di vita, che inducono una protezione persistente. In alcuni Paesi a elevata incidenza è stata introdotta la vaccinazione per tutti i nuovi nati.

In caso di focolai epidemici da meningococco C, le attuali raccomandazioni internazionali indicano l’opportunità di introduzione della vaccinazione su larga scala nell’area geografica interessata quando l’incidenza è superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell’arco di tre mesi.

I numeri
Nonostante la meningite sia in costante diminuzione, ogni anno in Italia si verificano circa 900 casi di meningite batterica. Si tratta di una malattia infettiva grave, ma curabile, anche se si presenta con una mortalità significativa (14% dei casi), in particolare nella sua forma fulminante.
Dei 900 casi italiani circa un terzo è causato dal Meningococco (prevalentemente di gruppo C), un altro terzo da Pneumococco, mentre gli altri casi per oltre la metà erano causati dal batterio Emofilo, ormai sconfitto grazie alla vaccinazione specifica di massa dei neonati già attiva in Italia da 7 anni. L'altra metà (circa un sesto dei casi) è invece causata da diversi batteri.
In Italia il tasso di incidenza di meningite meningococcica, che è quella più contagiosa, è tra i più bassi in Europa.

Negli ultimi 7 anni si sono registrati in Italia 447 casi di meningiti da meningococco di gruppo C con 63 decessi (14%): in seguito ad un rapido aumento dei casi in Italia tra il 2000 ed il 2005 c'è stata una significativa riduzione dei casi nel 2006-2007, molto presumibilmente attribuibile all'incremento dell'offerta vaccinale specifica.

Si ricorda che il meningococco è un germe abitualmente presente, nelle prime vie respiratorie, senza dare alcun problema: si parla del 10% della popolazione. Meno dell'1% dei portatori ha invece un rischio concreto di sviluppare la malattia.

Almeno 2/3 dei casi in Italia sono segnalati come sporadici, mentre non sono rari piccoli focolai epidemici (cosiddetti ‘cluster'): negli ultimi 7 anno abbiamo avuto in Italia 48 piccoli cluster definiti come almeno 2 casi nell'arco di 30 giorni in un raggio di 50 Km (2-5 casi) di questa malattia. La stragrande di questi cluster si è verificata nelle Regioni del centro-nord.

La maggioranza delle persone, quindi, non sviluppa la malattia e solo in casi rari il meningococco supera le difese dell'organismo provocando la meningite.

In Italia, in confronto con gli altri paesi Europei ed extraeuropei, la meningite ha una incidenza molto bassa, in progressiva diminuzione, anche grazie alla diffusione della vaccinazione. Mentre grandi epidemie di meningite sono ancora presenti in Africa, America latina ed Asia.

In Italia è inoltre operativo da tempo uno speciale sistema di sorveglianza meningiti coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità (www.epicentro.iss.it). Il sistema raccoglie sistematicamente dati sui nuovi casi e sui microrganismi che li hanno causati e sulla loro tipizzazione.

I numeri Sardi (dati forniti dal sito web del Sistema informatizzato malattie infettive - Simi)
Nel 2007 sono stati 678 i casi di meningite, di questi 14 riconosciuti in Sardegna (nello specifico 1 da pneumococco (p) e 8 da meningococco(m));
nel 2006 sono stati 769 a livello nazionale, 20 nell’Isola (di cui 3 da p e 8 da m);
nel 2005 sono stati 1034 i casi riconosciuti, di cui 44 nell’isola (di cui 6 da p e 25 da m);
nel 2004 sono stati 984, di cui 34 casi sardi (di cui 4 da p e 21 m);
nel 2003 sono stati 967, 26 in Sardegna (di cui 3 da p e 12 m).

I dati della Asl di Olbia
Nel 2005 nella Asl Gallurese sono stati 5 i casi di meningite riconosciuti, di questi 3 da meningococco, una da Tbc e un’altra da altri batteri;
nel 2006 sono state due le meningiti: una da meningococco e un'altra batterica, conseguente ad un otite;
nel 2007 sono stati quatto i casi di meningite notificati e seguiti dal Servizio di igiene pubblica della Asl di Olbia: di questi due da meningococco, uno da altre batteri in paziente con una grave patologia e un'altra sepsi meningococcica (il caso della bambian dell’asilo verificatosi il 16 luglio). A questi si deve poi aggiungere la bambina morta a novembre con un sospetto di meningite meningococcica (siamo ancora in attesa dell’esito dell’autopsia).

Nel primo caso di marzo, quello che ha colpito un calciatore di 16 anni, la sorveglianza attivata dal servizio di igiene pubblica ha permesso di individuare 59 persone a cui e’ stata praticata la profilassi antibiotica prevista dal protocollo ministeriale.
Nel secondo caso, quello del 15 marzo, sono stati 139 le persone sottoposte a profilassi antibiotica: questo evidenzia lo stato di approfondimento dell’indagine epidemiologica e il fenomeno dell’allarmismo diffuso in città.
A differenza degli altri anni in cui venivano effettuati dai 100 ai 150 vaccini per la meningite da da meningococco, dal 9 di gennaio 2008 a oggi negli uffici de’igiene pubblica della asl di olbia sono stati richiesti e fatti mille vaccini.

La prevenzione
La prevenzione della meningite si attua con due azioni:
• la pronta identificazione dei casi e la profilassi antibiotica dei contatti stretti dei casi (stesso locale, stessa casa, stessa classe scolastica)
• la vaccinazione. Ad oggi esistono tre vaccini antimeningite:
1. vaccino contro l'Emofilo già offerto attivamente ad oltre il 95% dei nuovi nati in Italia
2. vaccino contro lo Pneumococco da tempo disponibile in Italia ed offerto attivamente almeno sulla metà del territorio italiano e di prossima estensione in tutta Italia.
3. Vaccino contro il Meningococco di tipo C da tempo disponibile in Italia ed offerto attivamente almeno sulla metà del territorio italiano e di prossima estensione in tutta Italia.
Per questi due ultimi vaccini, infatti, il Ministero sta concordando con le Regioni l'offerta universale attiva e gratuita a tutti i nuovi nati da inserire nel nuovo Piano Nazionale Vaccini che vedrà luce il prossimo mese come accordo LEA Stato-Regioni.

La massiccia diffusione degli attuali vaccini antimeningite per la prima infanzia contribuirà con il tempo a ridurre sostanzialmente il rischio di contrarre questa malattia che, per le sue caratteristiche, non è al momento totalmente eliminabile in nessuna parte del mondo.
“Particolare importanza assume l’informazione sanitaria diretta – spiega Tonino Saba, direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl di Olbia – in questi due giorni abbiamo raggiunto tre istituti cittadini e continueremo anche negli altri. Ove la situazione lo richiedesse adotteremo una strategia vaccinale più estesa volta al contenimento della circolazione del meningococco nel nostro territorio che nel caso verrebbe concordata con la Regione, l’Istituto superiore della Sanita’ e il Ministero”.