Fratture al femore al Paolo Dettori: la rettifica a la Nuova Sardegna

OLBIA, 30 OTTOBRE 2014 – In merito all’articolo pubblicato nelle pagine de La Nuova Sardegna, in data 28 ottobre 2014, dal titolo “Qualità dei servizi, ospedali sardi in coda. Il report dell’Agenas: l’85 per cento delle strutture sanitarie è sotto la media nazionale”, per un dovere di corretta informazione è necessario effettuare alcune importanti precisazioni:

L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, l’Agenas, ha il compito di calcolare le perfomance delle strutture sanitarie. Nella sua ultima analisi, calcolata sulla base dei risultati raggiunti dalle strutture sanitarie nel 2013, nella voce “Fratture del collo del femore”, ha calcolato una proporzione dei ricoveri per frattura del collo del femore con intervento chirurgico garantito entro i 2 giorni dal ricovero in pazienti ultra sessantacinquenni. In seguito a questa analisi la media Italiana è del 45,6%: tra tutti i pazienti che si presentano negli ospedali a quasi 46 pazienti su 100 viene garantito un interveto entro le 48 ore dal loro ricovero.
Una media che in Sardegna si abbassa al 37%.
È falso pertanto affermare che “al Paolo Dettori il 50 per cento dei ricoverati rimane in lista per molto più tempo e quasi lo stesso accade al Nostra Signora di Lanusei”.


“Con questa affermazione si vanifica totalmente l’operato della struttura: siamo infatti molto orgogliosi di aver registrato dal 2013 il dato più virtuoso della Sardegna”, spiega Mauro Pianezzi, direttore del reparto di Ortopedia dell’Ospedale Paolo Dettori di Tempio Pausania. “la nostra struttura infatti garantisce l’intervento al femore entro le 48 ore dal ricovero al 55% dei pazienti; seguita dal Santissima Trinità di Cagliari, che lo garantisce al 51,2% dei pazienti, e del Santissima Annunziata di Sassari, al 50%. Quanto dichiarato nell’articolo pertanto è altamente lesivo della professionalità del mio staff e della nostra struttura, che con spirito di abnegazione e con non poche difficoltà è riuscita a raggiungere questi importanti risultati che dimostrano come anche nelle piccole strutture sanitarie si possano trovare delle grandi professionalità in grado di dare risposte concrete alla popolazione”.


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