Volatili morti a Olbia: dall'esito degli esami di laboratori la causa del decesso


OLBIA, 23 OTTOBRE 2014 – “Gli esami di laboratorio eseguiti dall’Istituto Zooprofilattico di Sassari confermano che i “Germani reali”, ritrovati morti nei pressi del canale San Nicola, a Olbia, son deceduti a causa del “botulismo aviare””, spiega Domenico Bacciu, direttore del Servizio di Igiene e Sanità Animale della Asl di Olbia, che illustra l’esito degli esami eseguiti dall’Istituto Zooprofilattico della Sardegna sugli esemplari di volatile, una ventina, trovati morti lo scorso 26 settembre nell’area di proprietà dell’Ente Foreste, tra via Veronese e via Galvani, a Olbia.

In queste ore il Servizio di Igiene e sanità animale della Asl di Olbia ha inviato la comunicazione all’amministrazione comunale di Olbia che dovrà adottare un’ordinanza “per la rimozione delle carcasse degli animali e la loro distruzione in impianti autorizzati”, spiega Bacciu.
L’Azienda sanitaria sta vigilando attentamente sull’evento che ha interessato i volatili che abitualmente frequentano le acque dei canali cittadini, e intende tranquillizzare la popolazione: “la situazione è sotto controllo”, rassicurano i veterinari.

Il “botulismo aviare” è un’intossicazione che colpisce gli uccelli, causata dall’ingestione di una tossina prodotta dal Clostridium botulinum, un batterio della putrefazione ed è diffuso in natura in tutti i terreni, non è una malattia trasmissibile e non è una tossi-infezione; è un fenomeno ricorrete nei periodi particolarmente siccitosi, infatti per svilupparsi ha bisogno di temperature elevate, tessuti di animali in decomposizione, un ambiente privo di ossigeno.

“Il ciclo di trasmissione della malattia è semplice perché le spore sono normalmente presenti nell’intestino degli animali vivi, che quando muoiono diventano cibo per altri animali. In presenza di alte temperatura dell’acqua (almeno 25 gradi), la riduzione di ossigeno negli stagni (ipossia) e la presenza di molte mosche, il batterio si sviluppa molto più velocemente e provoca effetti a catena. L’opera di bonifica delle carcasse in decomposizione rappresenta l’unica profilassi valida per limitare l’estendersi del fenomeno”, spiega Antonio Pintore, dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna.

“Non ci sono pericoli per l’uomo, ma come Azienda sanitaria stiamo valutando l’opportunità di effettuare ulteriori approfondimenti sui parametri ambientali”, conclude Bacciu.